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Redditività corretta per il rischio - l'EVA di Carlo Pandolfini

 

   

L'EVA (Economic Value Added) è un indicatore che vorrebbe rappresentare la capacità di un'attività di creare valore. In particolare è utilizzato per misurare la redditività aziendale al netto del costo sopportato per raccogliere il capitale investito.

 

L'EVA è calcolato come differenza tra il NOPAT (Net Operating Profit After Tax - reddito operativo al netto delle imposte) ed il WACC (Weighted Average Cost of Capital - costo medio ponderato del capitale impiegato).

 

Esempio:

 

NOPAT = 6.000,00; WACC = 1.500,00

EVA = 6.000,00 - 1.500,00 = 4.500,00

 

Se capitale investito = 15.000,00:

6.000,00/15.000,00 = 40% (Return on Invested Capital)

1.500,00/15.000,00 = 10% (tasso costo medio ponderato del capitale)

40 - 10 = 30% (tasso EVA)

15.000,00 x 0,30 = 4.500,00 (EVA)

 

Allo stesso modo di altri indicatori di redditività l'EVA risente dei limiti teorici insiti nel calcolo delle sue componenti: il costo medio ponderato del capitale investito non si può esattamente individuare, inoltre, con particolare riferimento al calcolo della redditività di un cliente, ci scontriamo ancora (come per il RAROC) con la difficoltà di corretta attribuzione dei costi operativi al singolo cliente.

 

E' comunque evidente che, nel rispetto del lavoro fatto da chi ha elaborato il dato finale, l'EVA calcolato debba assumere valori positivi: in caso contrario si riscontrerebbe una distruzione di valore da parte dell'attività analizzata. 

 

 

In considerazione di quanto evidenziato è importante avere ben chiare le logiche di calcolo dell'EVA sia per fronteggiare eventuali dissertazioni di saccenti manager, sia per riconoscere i limiti segnaletici dell'indicatore.


 

 
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