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Il credito alle famiglie di Carlo Pandolfini

 

 

Il credito alle famiglie è sempre stato un fenomeno di estremo rilievo sociale. La disciplina della trasparenza mira a far sì che – nell'offerta di prodotti e servizi bancari la reputazione degli intermediari sia determinata non soltanto dall'assoggettamento a vigilanza prudenziale, dalla legittimità del prodotto offerto e dalla sua meritevolezza, ma anche dalla correttezza di comportamento e dalla intelligibilità della documentazione contrattuale proposta.

La comunicazione degli offerenti si incentra in particolar modo sugli indicatori sintetici di costo (TAEG) che, seppur importanti, non devono essere considerati esaustivi.
La famiglia, nel definire il proprio indebitamento, deve assolutamente prendere in considerazione aspetti che vanno ben oltre alla valutazione di mera convenienza economica. La selezione di un mutuo e della controparte deve essere fatta prendendo in considerazione diversi aspetti quali innanzitutto la propria situazione reddituale corrente e prospettica. Il finanziamento deve inserirsi in un preciso contesto di portafoglio che tenga conto delle caratteristiche proprie del richiedente; variabili incerte come l’andamento dei tassi di interesse del mercato monetario non devono generare crisi e incapacità della famiglia a far fronte regolarmente agli impegni economici.
La recente crisi nata nel settore immobiliare americano che ha colpito il sistema finanziario, provocando bruschi movimenti delle Borse, delle valute, dei bond e minacciato ripercussioni nell’economia reale può essere vista come un esempio di sovraindebitamento delle famiglie interessate dal fenomeno; ma in alcuni casi la difficoltà di far fronte in modo puntuale ai propri impegni è il risultato di una scarsa attenzione in fase di selezione della tipologia di mutuo più adatta alle proprie esigenze.
Il circolo perverso di accumulo di debiti e obbligo di pagamento di interessi è un percorso che comincia gradualmente fino a farsi sentire con il tempo sempre più gravoso e insostenibile, soprattutto se accompagnato da un andamento sfavorevole delle condizioni di mercato.
E’ a questo proposito che la parte richiedente il mutuo deve essere in grado, al momento della selezione del finanziamento, di decidere quale sia la forma migliore per la sua peculiare situazione economica attuale e prospettica.
L’analisi del rischio deve basarsi sulla situazione reddituale presente ed ancor più su quella futura del richiedente, quindi sulla sua effettiva capacità di rimborsare, nel tempo, il debito. Deve essere, pertanto, valutata con la massima attenzione la sopportabilità della rata, in relazione alla capacità reddituale della famiglia e alle altre variabili che nel tempo possono influenzare tale aggregato.

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L’intermediario deve d’altra parte essere in grado di comunicare col cliente non soltanto attraverso indicatori sintetici di costo più o meno attendibili e attraverso prospetti informativi più o meno esplicativi con la presunzione di garantire una chiara e corretta informazione in materia di tassi, prezzi ed altre condizioni contrattuali praticate, attenendosi al rispetto di determinati comportamenti nei confronti della clientela improntati alla massima trasparenza e correttezza dei rapporti posti in essere, bensì attraverso una seria e attenta valutazione del rischio insolvenza del richiedente e una vera e propria consulenza al cliente circa la migliore formalizzazione del finanziamento con riferimento alla tipologia di tasso, alla durata, all’importo da richiedere e alle altre variabili che concorrono alla scelta consapevole della formula che garantisca l’equilibrio finanziario di lungo periodo all’unità più elementare del sistema economico: la famiglia.

 


 

 

 
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