I fondi comuni d'investimento di Carlo Pandolfini
L'art. 1 del TUF definisce il fondo comune d'investimento come un patrimonio autonomo raccolto, mediante una o più emissione di quote, tra una pluralità di investitori con la finalità di investire lo stesso sulla base di una predeterminata politica di investimento; suddiviso in quote di pertinenza di una pluralità di partecipanti; gestito in monte, nell'interesse dei partecipanti e in autonomia dai medesimi. Al fine di individuare con facilità il potenziale livello di rischio/rendimento di un fondo e definire l'asset allocation di un portafoglio ad ogni FCI è attribuito un determinato benchmark...
La caratteristica fondamentale dei FCI è la diversificazione, ossia la presenza su più mercati e titoli dalle caratteristiche diverse, così da attenuare i rischi sottostanti la concentrazione degli investimenti.
L'investimento in quote di FCI permette l'eliminazione del rischio specifico: se investo euro 100mila in azioni Generali mi assumo tutto il riscio specifico legato all'andamento del titolo Generali; se investo euro 100mila in un FCI con benchmark FTSE MIB elimino il rischio specifico "Generali" senza perdere le potenziali performance dei 40 principali (per capitalizzazione) titoli azionari italiani...
***
L'eliminazione del rischio specifico dal portafoglio dovrebbe rappresentare il maggior stimolo alla sottoscrizione di un FCI. Casi di default "inaspettati" verificatisi nella storia passata e recente dovrebbero far riflettere il risparmiatore, ed ancor prima il consulente, circa i rischi che si corrono acquistando grosse quantitò di singoli titoli, soprattutto se si tratta di titoli azionari o altri strumenti (obbligazioni high yield, obbligazioni di paesi emergenti) caratterizzati da elevata rischiosità.
Aggiungi commento
|
Ultimi articoli pubblicatiI più letti... |