La causa nel contratto di Carlo Pandolfini
La causa è un elemento essenziale del contratto, essa è la funzione economico-sociale dell’atto di volontà. Il contratto deve essere quindi diretto a realizzare interessi meritevoli di tutela. Ad esempio, nella vendita, la causa del contratto è lo scambio di cosa con prezzo, la causa della permuta è lo scambio di cosa con cosa, nel contratto di lavoro la causa è lo scambio di prestazione di lavoro con retribuzione in danaro. Anche i contratti a titolo gratuito, pur non trovando, a fronte di una prestazione, giustificazione in una controprestazione, hanno una propria causa, così ad esempio la causa della donazione è lo spirito di liberalità per il quale una parte arricchisce l’altra. I contratti tipici, proprio perché previsti e regolati dalla legge, hanno tutti una causa (cosiddetta causa tipica). Un esempio di negozio senza causa è generato da chi acquista per contratto di vendita una cosa già sua. Dal requisito della causa discende l’inammissibilità di contratti astratti, ossia diretti a produrre effetti per sola volontà delle parti, indipendentemente dall’esistenza di una causa (ad esempio la semplice promessa di pagamento o il semplice riconoscimento del debito: sono dichiarazioni astratte, dalle quali non emerge la causa in forza della quale si promette il pagamento o si riconosce il debito, perciò hanno solo il valore di dispensare colui in favore del quale la dichiarazione è stata fatta dall’onere di provare il rapporto fondamentale).
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