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Il passaparola di Carlo Pandolfini

 

 

 

Nella mia esperienza ho avuto modo di apprezzare le potenzialità del "passaparola" e delle visite ai clienti. Ho invece passato tanto tempo a scaricare visure camerali ed informazioni su nominativi segnalati senza apprezzabili ritorni.

 

Per sostenere il passaparola, intendo quello positivo, è necessario garantirsi e mantenere un’ampia base di clientela soddisfatta. Il passaparola ci permetterà di acquisire nuova clientela semplicemente facendo bene il nostro lavoro.

 

Le persone amano parlare, scambiarsi opinioni, consigli e idee. Questa propensione a scambiarsi informazioni esalta il ruolo del passaparola come opportunità di sviluppo di relazioni.

Da sempre gli individui sono attratti dalla possibilità di influenzare le scelte di consumo degli altri esprimendo il loro parere in relazione a un’esperienza di acquisto. Si crea così un processo di influenza che può modificare il modo di pensare di uno o dell’altro rispetto all’oggetto in questione.

La forza di questo strumento di marketing involontario si  basa sulla neutralità del comunicatore rispetto all’azienda di cui parla. Ed è proprio per questo che, come ci capita spesso nella nostra attività di consulenza a privati o ad aziende, l’interlocutore ritiene spesso più credibili e affidabili le raccomandazioni del commercialista di fiducia o del caro amico.

 

Il passaparola positivo, che genera sviluppo delle relazioni e intensifica il volume delle nostre transazioni, è strettamente correlato al grado di soddisfazione del cliente.

Attenzione quindi ai clienti insoddisfatti: anche a loro piace lamentarsi condividendo la loro insoddisfazione con gli altri. E’ importante valutare sempre con attenzione il grado di influenza di un cliente insoddisfatto.


 

 

 
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