Antiriciclaggio - esempi di comportamenti anomali di Carlo Pandolfini

 

Per quanto attiene gli eventi richiamati dall’Autorità di Vigilanza connessi all’utilizzo di "contante" e/o "assegni", a titolo meramente esemplificativo di seguito si sintetizzano alcune ipotesi che possono far desumere comportamenti "anomali" da parte dei clienti:

 

  Ai fini della valutazione circa la sussistenza della natura sospetta dell'operazione, gli intermediari devono prendere in considerazione elementi di carattere oggettivo riferibili all'operazione (caratteristiche, entità, natura), profili soggettivi del cliente ed ogni altra circostanza ritenuta utile (art. 41, comma 1 Decreto Legislativo 21 novembre 2007, n. 231).

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La segnalazione non è una denuncia. Essa si basa sul semplice sospetto della provenienza illecita delle ricchezze e non viene direttamente inviata all'Autorità giudiziaria. Si tratta invece di una comunicazione utile ad innescare  indagini volte all'accertamento di eventuali illeciti penali.

E' importante tenere presente che esiste una stretta relazione tra riciclaggio, evasione fiscale e corruzione: a tal proposito l'organismo intergovernativo "GAFI" (Gruppo d’Azione Finanziaria Internazionale contro il riciclaggio di capitali che ha per obiettivo l'elaborazione e la promozione di strategie di lotta contro il riciclaggio di capitali e il finanziamento del terrorismo) ha emanato delle "raccomandazioni antiriciclaggio" che promuovono l'inclusione dei reati di natura fiscale (evasione fiscale/gestione del nero non dichiarato) tra quelli presupposto di riciclaggio. Il mancato pagamento dei tributi, infatti, è il principale strumento di accumulazione in nero della provvista necessaria per pagare il prezzo della corruzione.